DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.
Primo Maggio 2024: Contro tutte le guerre imperialiste!
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Non servono molte parole: solo patetici illusi non riescono a vedere che, nelle profondità dell'economia capitalistica in crisi da decenni fra alti e bassi, si sta preparando un nuovo conflitto generalizzato, ancor più devastante delle due guerre mondiali passate e delle innumerevoli “guerre minori” che le hanno precedute e seguite: ultime della serie, quella in Ucraina e il macello di proletari palestinesi a Gaza e dintorni.
Ennesima strage di lavoratori. Chi è l'assassino?
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- Categoria: Volantini
Non ci vogliono tante parole. Prima e dopo la strage alle acciaierie Thyssen Krupp di Torino nel dicembre 2007, gli omicidi di lavoratori sul luogo del loro sfruttamento non si sono mai fermati – in Italia come ovunque nel mondo. E, come sempre, dopo quest'ultima alla centrale elettrica ENEL della diga di Suviana, nel Bolognese, si scatenerà il solito macabro balletto delle responsabilità di Tizio, Caio e Sempronio, delle accuse e delle difese, delle inchieste e dei processi-farsa, della retorica tanto più schifosa quanto più è piagnucolosa.
La resistibile avanzata dell’ignobile “mondo libero”
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- Categoria: n. 01, gennaio-febbraio 2024
(Resoconto del Rapporto tenuto alla Riunione Generale del Partito, 4-5 novembre 2023)
Come siamo arrivati a quel sistema mondiale, che oggi mostra di porsi macchinosamente in moto per un terzo conflitto, che, irto di impianti produttivi, gonfio di massa finanziaria, munito di una rete di controllo diplomatico, autentico "soprastato" per tre quarti della terra, attrezzato di una organizzazione di propaganda soffocante la superficie del pianeta, la sua atmosfera e, per chi ci crede, lo stesso campo imponderabile dello "spirito", padrone infine di una forza armata rispetto alla quale i grandi condottieri della storia arrivano forse ad aver comandato un battaglione di stuzzicadenti, si definisce con la espressione più scempia che sfrontata di ‘mondo libero’? (“Schifo e menzogna del mondo libero”, Battaglia comunista, n.15, 1950)
Non pagheremo per le vostre guerre!
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- Categoria: n. 01, gennaio-febbraio 2024
Sono la conseguenza evitabile del dominio della borghesia.
Non permetteremo di ergersi a "difensori della pace e dei diritti umani" coloro i quali non hanno offerto mai altro che un sistema economico e sociale che perpetua quotidianamente la violenza sfruttatrice del lavoro salariato sulla maggioranza dell'umanità e delle risorse naturali del nostro pianeta, ovunque e senza pietà – un sistema economico e sociale ormai diventato intollerabile.
Un sistema economico e sociale espressione del modo di produzione capitalistico che ha sempre dovuto fare (e costringere noi proletari senza riserve a fare) la guerra per sopravvivere a se stesso.
Nel giro di due anni, in Ucraina, il massacro, il macello, è diventato un dato di fatto e questa come ogni altra guerra scatenata dagli Stati nazionali borghesi è una catastrofe umana che deve essere contrastata con forza e senza retorici piagnistei: chiunque pensi che si stia difendendo la “libertà” o il “diritto internazionale” o addirittura i “diritti umani” combattendo la “dittatura” in nome di una qualsiasi patria da “autodeterminare” o da difendere è vittima e complice della propaganda bellica di quei maledetti Stati.
Combattere la ferocia dell’imperialismo
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- Categoria principale: Il Programma Comunista (2023)
- Categoria: n. 05-06, novembre-dicembre 2023
La ferocia con cui, fin dal 1948, lo Stato d'Israele svolge il ruolo affidatogli (non senza contrasti fra loro) dalle potenze vincitrici nel secondo macello mondiale – quello di gendarme armato a difesa di un'area gonfia di petrolio, serbatoio di manodopera a buon mercato, gravida di tensioni sociali attuali e potenziali – si riassume all'ennesima potenza in quanto sta succedendo in questi giorni e settimane nella Striscia di Gaza e dintorni.
Ogni guerra è preceduta, accompagnata e seguita da un’intensa, soffocante mobilitazione ideologica. Ma non c'è discorso religioso, nazionale, etnico, culturale, che tenga. Non si tirino in ballo, con stupida e complice ignoranza, l'antisemitismo, l’islamofobia e altre disquisizioni care all’ideologia accademica. Non si piagnucoli pretescamente sulla vittoria del Male sul Bene. Non si beli in nome di un pacifismo destinato a trasformarsi presto in appoggio alla mobilitazione per difendere “la patria in pericolo”. Non ci si riempia la bocca delle solite ipocrite tiritere sull’Umanità, sulla Democrazia, sul Diritto violato e calpestato, sulle mille “risoluzioni dell’ONU” disattese, sull’Occidente minacciato. Non si ripieghi frettolosamente sulle analisi della geo-politica all'ultima moda, che pretende di dire tutto e in realtà non dice nulla. Qui la spiegazione è una sola: questo è il capitalismo, la sua ferocia sta tutta dentro la sua fase imperialista e dentro la crisi strutturale entro cui si dibatte da decenni nel vano tentativo di uscirne.
Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario
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- Categoria principale: Il Programma Comunista (2023)
- Categoria: n. 05-06, novembre-dicembre 2023
Abbiamo considerato più che opportuno ripubblicare le valutazioni e i commenti che, ai primi del 2009, il nostro Partito dedicò alla battaglia scatenatasi in quei mesi (l’Operazione Piombo Fuso) dell’interminabile guerra che lo Stato di Israele conduce con la complice, diretta responsabilità di tutti gli Stati “arabi” della regione – complicità che fino alla “guerra del Kippur” e poi all’aggressione libanese si esprimeva con una apparente contrapposizione militare, poi con il dialogo diplomatico, per finire con accordi politici ed economici. Dalla “Operazione Piombo Fuso” a quella attualmente in corso denominata “Operazione Spade di Ferro”, sostanzialmente non è cambiato nulla, se non l’incremento esponenziale di potenza di fuoco scatenata nella Striscia di Gaza su una popolazione inerme, con un massacro che rasenta ormai il genocidio.
A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi!
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- Categoria: Volantini
Strangolati dallo Stato d'Israele, martoriati da un quotidiano stillicidio di vessazioni e omicidi, inchiodati in un vicolo cieco di vane promesse nazionali da tutte le borghesie arabe della regione (compresa quella palestinese), vittime sacrificali di tutte le manovre diplomatiche più o meno sotterranee degli Stati occidentali e medio-orientali, i proletari e le proletarie palestinesi della striscia di Gaza stanno per subire l'ennesimo sanguinario macello, dopo quelli – forse lontani ma mai dimenticati con rabbia e orrore – di Tell Al-Zataar (in Libano, agosto 1976) e di Sabra e Chatila (ancora in Libano, settembre 1982), e dei molti che seguirono. Altre centinaia e migliaia di morti palestinesi (uomini, donne, bambini, vecchi) si andranno così ad aggiungere al martirio subito ogni giorno, fin da quel disgraziato anno 1948, in cui le potenze uscite vincitrici dal Secondo massacro mondiale facevano del neonato Stato d'Israele il gendarme armato di un'area troppo “sensibile” (per usare un termine tanto caro alla geopolitica di oggi) per i loro reciproci interessi economici ed equilibri politico-strategici.
Francia. Dopo le rivolte nelle banlieues, che fare?
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- Categoria: n. 04, settembre-ottobre 2023
Le vicende relative alle rivolte sprigionatesi nelle banlieues francesi tra fine giugno e inizi luglio scorsi, dopo l’assassinio a sangue freddo da parte degli sbirri di un giovane proletario nelle strade di Nanterre, sono abbastanza note perché si debba tornare a farne la cronaca: non basta infatti accumulare cifre, notizie dell'ultim'ora, nomi, ed episodi, per capire quanto andava succedendo.
Ci sembra che sia molto più utile, ai fini di una valutazione politica che serva al futuro, soffermarci su alcuni punti che a nostro parere sono significativi.
Guerra e lotta di classe (I) Miserie dell’odierno “marxismo occidentale”
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- Categoria: n. 04, settembre-ottobre 2023
Nell'articolo pubblicato sul numero scorso di questo giornale (“USA: La Signora è da buttare”), abbiamo esposto le ragioni che ci inducono ad auspicare il crollo dell'imperialismo americano, crollo di cui oggi si cominciano a intravedere le possibilità reali in conseguenza dell'andamento della guerra in Ucraina, dei notevoli mutamenti nel quadro internazionale, dell'evolvere della critica situazione interna agli Stati Uniti. L'auspicio, che trova fondamento nei nostri testi degli anni ’50 e nelle valutazioni della Sinistra Comunista sulle due guerre mondiali, diventa finalmente attuale, e con esso si ripropone la questione del complesso rapporto tra guerra e lotta di classe. Auspicare la sconfitta di uno dei contendenti in uno scontro tra concentramenti di potenza non significa per noi aderire in alcun modo alla crociata dei suoi avversari, ma intravedere le possibilità che le nuove condizioni prodotte da quella sconfitta riservano alla lotta di classe – lotta che resta al centro delle dinamiche capitalistiche e solo fattore in grado di demolire l'assetto della società presente e aprire la strada a quella futura.
- Il lungo lavoro che ci attende
- Cile 1973
- Francia: Mentre infuriava la rivolta...
- Primo Maggio 2023: Per combattere contro la guerra del capitale bisogna ricominciare a battersi contro la pace del capitale
- Otto marzo duemilaventitre
- “Siamo tutti antifascisti!”... E allora?
- Memphis, USA: Altri nodi vengono al pettine
- Toccano uno, toccano tutti!
- Guerre, disastri, devastazioni ambientali, carovita e altre delizie del dominio borghese
- Primo maggio 2022. Contro le guerre del capitale, preparare il disfattismo rivoluzionario
- Repressione e provocazione: una storia infinita...
- Primavera di violenza e repressione
- Otto marzo duemilaventidue
- In Ucraina come in tutto il mondo, di fronte alla guerra imperialista la parola d’ordine proletaria torni a essere: disfattismo rivoluzionario contro tutte le borghesie e i loro Stati !
- Due pesi e due misure: come sempre